Читать книгу «Il Killer di Halloween» онлайн полностью📖 — Блейка Пирс — MyBook.

CAPITOLO CINQUE

Riley osservò con sorpresa Ann Marie scrutare attentamente e curiosamente il volto del cadavere. La testa della vittima era poco più che un cranio con della pelle essiccata attaccata. Rispecchiava misteriosamente la maschera da scheletro che completava il costume, che era stata rimossa e giaceva accanto al volto.

La giovane donna sembrava essere assolutamente abituata a questo genere di cose. Infatti, estrasse il proprio cellulare e cominciò a scattare delle foto del cadavere.

Riley era stupita.

Non sa che gli uomini qui hanno già scattato delle foto? si chiese.

Riley fu sul punto di dirle di fermarsi, ma non intendeva criticare Ann Marie proprio lì sulla scena del crimine con gli altri presenti che osservavano.

Ann Marie guardò il coroner e disse: “Non ho visto molti corpi in queste condizioni prima d’ora. Molti di quelli che ho visto erano … beh, più freschi, si potrebbe dire. Questo appartiene a una donna, vero?”

Tyler si limitò ad annuire in segno di risposta.

Ann Marie chiese: “Da quanto tempo crede che sia stata sepolta qui?”

Tyler fece leggermente spallucce. “È difficile da dire” le rispose. “Da qualche mese, direi. Avrò un’idea migliore dopo aver fatto un’autopsia.”

Lo Sceriffo Wightman aggiunse: “Siamo piuttosto sicuri che il nome della vittima sia Allison Hillis. È scomparsa poco più di un anno fa. Il coroner Tyler farà dei test per assicurarsi che questa sia la stessa persona. Ma Allison indossava esattamente questo tipo di costume quando è scomparsa.”

Ann Marie scosse il capo e schioccò la lingua.

“Che tristezza che sia finita in questo modo” disse. “Ma immagino che un anno sia un lungo periodo per scomparire. Difficile aspettarsi che qualcuno ne esca vivo dopo tutto quel tempo.”

Poi, scrutando di nuovo il viso, disse: “Ma c’è qualcosa d’insolito in lei. Non è stata solo sepolta un anno fa, subito dopo essere stata uccisa, vero?”

Tyler inclinò il capo con interesse.

“Perché dice questo?” chiese.

Scattando un primo piano della mano del cadavere, Ann Marie aggiunse: “Beh, non ho visto molti cadaveri riesumati, e quelli che ho visto sono usciti dalle bare, non direttamente dalla terra. E persino quelli che erano stati sepolti di recente sembravano molto più malmessi di questo, molto più decomposti, a dire il vero. La pelle è meglio conservata su questo, quasi come se fosse stata mummificata in un certo senso.”

“Sì, l’ho notato anch’io” Tyler osservò con interesse.

“Ho una piccola teoria, se non le spiace sentirla” Ann Marie disse.

Il coroner di mezza età si grattò i baffi e sorrise, con atteggiamento un pizzico provocante, pensò Riley.

“Mi piacerebbe sentirla” Tyler replicò.

Ann Marie disse: “Ecco, penso che potrebbe essere stata congelata per un po’ prima di essere sepolta qui. Il che potrebbe spiegare l’insolita preservazione.”

Indicando un punto sul collo, lei aggiunse: “Vedete quelle spaccature? A me sembrano danni da congelamento, non decomposizione normale.”

Tyler sgranò gli occhi con sorpresa.

“Beh, che io sia dannato” esclamò. “Stavo pensando praticamente la stessa cosa.”

Ella stessa un po’ provocante, Ann Marie gli fece l’occhiolino e disse: “Beh, sa cosa dicono sulle grandi menti.”

Tyler strizzò gli occhi con curiosità. Le disse: “Ehi, ha detto che il suo cognome è Esmer?”

Ann Marie annuì.

Tyler chiese: “Per caso è imparentata con Sebastian Esmer di Georgetown?”

Gli occhi di Ann Marie brillarono.

“È mio padre” rispose con una nota d’orgoglio.

Il sorriso di Tyler si allargò.

“Avrei dovuto immaginarlo” disse, scuotendo il capo. “La mela non cade troppo lontano dall’albero.”

“Credo di no” Ann Marie replicò.

Riley si sentiva perplessa ora.

Chi è questa ragazza? si chiese.

E perché diavolo ne sa così tanto di cadaveri?

Ma non era il momento di scoprirlo. Non aveva ancora un’idea del motivo per cui fossero lì.

Chiese allo sceriffo e al coroner: “La causa della morte è stata determinata?”

“Forse” lo Sceriffo Wightman rispose.

“Non ne siamo sicuri, però” Tyler aggiunse. “Vi mostro che cosa intendo.”

Riley si accovacciò accanto al cadavere con Ann Marie e Tyler.

Tyler indicò un punto dove il costume era stato aperto, per rivelare una ferita proprio al centro del petto.

“È stata trafitta allo sterno, proprio al cuore” Tyler disse. “Ma non con un coltello.”

Tastò la ferita, del tutto peculiare, ed aggiunse: “Come potete vedere, l’apertura è quasi perfettamente tonda. Sembra che sia stata trafitta da qualcosa di estremamente appuntito e di forma cilindrica.”

Un paletto nel cuore! Riley si chiese, mentre Ann Marie scattava una foto della ferita.

Sicuramente no.

Ma i dettagli di questo omicidio le stavano apparendo man mano sempre più strani.

Riley chiese: “Avete delle teorie in merito al tipo di arma che è stata utilizzata?”

Prima che Tyler potesse rispondere, Ann Marie sussultò.

“Oh, guardate qui!”.

Ora era intenta a scattare foto dei segni dentellati sul costume.

Tyler confermò: “Sì, sono davvero strani. Date un’occhiata proprio qui.”

Mostrò a Riley ed Ann Marie un altro posto in cui aveva tagliato il costume, per ottenere una vista migliore della carne sottostante, svelando che i segni nel costume erano accompagnati da rientranze sul corpo. Sembrava che quest’ultimo fosse stato colpito da qualcosa di pesante, come un martello.

Ciò che davvero colpì Riley era la strana forma dei segni. Erano a forma di pera, ma divisi al centro. Prima che Riley potesse identificare esattamente tale forma, Ann Marie intervenne.

“Sembrano impronte di zoccoli.”

“Lo penso anch’io” Tyler concordò.

Riley provò un pizzico di confusione.

Chiese pertanto: “State dicendo che la donna è stata calpestata a morte da un animale con gli zoccoli?”

Tyler scosse il capo. “Non sto ancora dicendo una cosa simile. Non sono ancora certo che questi segni siano stati fatti prima o dopo la ferita inferta al petto. Ma ho la sensazione che siano stati fatti in seguito, dopo che la vittima era già stata trafitta.”

Ann Marie sussultò di nuovo.

Disse: “E l’oggetto che l’ha trafitta aveva la forma di un corno di un animale con gli zoccoli! Come se fosse stata trafitta a morte!”

“Così sembra” Tyler disse.

Riley riuscì a malapena a credere alle proprie orecchie.

Lei disse: “State dicendo che questa donna è stata colpita al petto da un grosso animale, che poi le ha schiacciato il corpo?”

Tyler fece spallucce: “Come ho detto, non sono ancora in grado di affermarlo.”

Ann Marie chiese: “Ma di che tipo di animale potremmo parlare?”

Lo Sceriffo Wightman si espresse con una sorprendente nota di certezza.

“Un caprone.”

Riley guardò lo sceriffo. Intuì dalla sua espressione che intendeva davvero ciò che aveva detto.

“Non capisco” Riley disse.

“Neanch’io” Wightman disse. “Ma sono piuttosto sicuro che saranno in molti a finire morti, se non mettiamo fine a questo. Vi dimostrerò perché, quando torneremo alla stazione. Spero che il BAU possa trovarci un senso. Pensate che vada BENE se Tyler e la sua squadra portano il corpo in obitorio ora?”

“Va bene” Riley assentì.

Appena Tyler iniziò a distribuire ordini alla sua squadra, Wightman si rivolse a Riley e Ann Marie: “Andiamo in stazione. Potete seguirmi con la vostra auto. Quando arriveremo, potrò aggiornarvi su quanto sappiamo finora.”

La mente di Riley si mise in moto, mentre lei ed Ann Marie tornavano al loro veicolo. Questo omicidio era molto più strano di quanto avesse immaginato; troppo strano, sospettava, perché la polizia locale lo affrontasse per conto proprio.

Si sarebbe rivelato un vero caso dell’FBI dopotutto?

Mentre, entrata in auto con la sua nuova partner, seguiva il veicolo dello sceriffo, Riley era assillata da qualcos’altro: il comportamento di Ann Marie sulla scena del crimine. Sembrava che il capo coroner sapesse più su di lei di quanto la stessa Riley sapesse. Quella situazione doveva cambiare.

Riley provò a pensare ad un modo diplomatico di affrontare l’argomento. Ma la sua impazienza ebbe la meglio su di lei, e disse ad alta voce ad Ann Marie: “Ma chi sei tu, piuttosto?”

CAPITOLO SEI

Quelle parole, appena pronunciate, sembravano riecheggiare nell’auto e Riley si pentì immediatamente della schiettezza della propria domanda.

“Chi sei tu, piuttosto?”

Ann Marie la guardò con sorpresa. Sembrava che la recluta stesse provando a comprendere ciò che Riley stava chiedendo.

Riley balbettò: “Ciò che intendo dire è … sai molte cose sui cadaveri … e il coroner sembra conoscerti … e …”

Ann Marie esplose in un sorriso.

“Oh, quello” disse. “Sì, immagino di dover essere sembrata un po’, macabra. Beh, sono cresciuta tra i cadaveri.”

“Huh?” Riley disse.

“Mio padre gestisce un’agenzia di pompe funebri a Georgetown, la Esmer’s Funeral Home.”

Poi, rise ed aggiunse: “È un lavoro prospero, mi creda. I ricchi muoiono tanto quanto chiunque altro. Chi lo avrebbe mai pensato, vero? Ad ogni modo, papà ha ottenuto una reputazione davvero professionale nel suo settore, perciò molti uomini della scientifica lo conoscono. Ecco perché il coroner ha riconosciuto il mio nome.”

Riley provò a tenere gli occhi sulla strada, e sull’auto che stava seguendo. Ma non poté fare a meno di dare un’occhiata ad Ann Marie, provando ad immaginarla da bambina, da piccolissima forse, a girare intorno alle bare. A che tipo di cose questa ragazza acqua e sapone aveva assistito nella sua vita finora? Forse aveva persino osservato suo padre eseguire delle imbalsamazioni? Se così era, quanti anni aveva avuto la prima volta?

Come per rispondere alle domande silenziose di Riley, Ann Marie disse: “Immagino di conoscere il lavoro piuttosto accuratamente. Ecco perché papà non è ancora felice che io abbia deciso di entrare nelle forze dell’ordine. ‘Non si guadagna così’ continua a ripetermi. Ciò che intende davvero è che ha sempre voluto che prima o poi prendessi le redini dell’impresa di famiglia.”

Ann Marie fece spallucce e continuò: “E ho sempre pensato che quella vita sarebbe andata bene per me, finché non ho risolto quel caso di omicidio e sono stata reclutata nel Programma dell’FBI. Ora sono davvero attaccata a questa attività.”

Attività? Riley pensò.

In tutti questi anni non aveva mai pensato a ciò che faceva come “attività”.

Adesso la curiosità di Riley stava crescendo. Sembrava esserci ancora molto che non sapeva riguardo a questa ragazza.

Chiese: “Dimmi di quel caso che hai risolto.”

Ann Marie esplose in una risata modesta.

“Oh, non è importante” replicò. “L’annoierebbe, ne sono sicura.”

Ne dubito, Riley pensò.

Ma non era il momento di sentire la storia. Lo sceriffo stava fermando l’auto nel parcheggio della stazione di polizia, così Riley lo seguì, affiancando la sua auto. Le due agenti uscirono dal veicolo e si diressero alla stazione insieme allo sceriffo.

La stazione era un grande e bell’edificio coloniale ma, nell’istante in cui vi entrarono, Riley notò che il posto era totalmente ristrutturato e di aspetto moderno. Era certa che fosse ben equipaggiato dalle ultime tecnologie di cui disponevano le forze dell’ordine. Le persone all’interno sembravano concentrate sul proprio lavoro.

Tutto portava a far ritenere che lo Sceriffo Wightman gestisse una forza competente, non la sorta di personale primitivo con cui Riley e Bill avevano spesso a che fare.

Si ritrovò a chiedersi se agenti dell’FBI fossero necessari lì, dopotutto.

D’altro canto, non aveva ancora idea del perché lo sceriffo pensasse che stessero avendo a che fare con un serial killer e non semplicemente con un omicida di una volta.

Una volta raggiunte le scrivanie degli impiegati, Riley notò che tutti sembrarono sollevare lo sguardo e sorridere ad Ann Marie; la ragazza incontrò i loro sguardi, sorrise di rimando e fece un lieve cenno di saluto.

Immagino che lei piaccia, Riley pensò.

A tutti, tranne a me, apparentemente.

Ciò che infastidiva Riley era il fatto che la ragazza sembrava di sapere di essere piacevole e graziosa. Si stava chiaramente crogiolando di tutta l’attenzione che le persone che aveva intorno le stavano dimostrando. A Riley non pareva un atteggiamento particolarmente professionale per un’aspirante agente del BAU.

Riley ed Ann Marie seguirono lo Sceriffo Wightman in una grande sala conferenze, dove, su un tavolo, era posto un raccoglitore. Tutti sedettero, lo sceriffo aprì il raccoglitore e dette un’occhiata al contenuto.

“Immagino di dover cominciare dal principio” disse. “L’anno scorso, la notte di Halloween, una ragazza è scomparsa, la diciassettenne Allison Hillis.”

Wightman spinse una foto della sorridente adolescente sul tavolo, così che Riley ed Ann Marie potessero vederla. Pur senza commentare, Riley non poté evitare di paragonarla al cranio del corpo che era stato rimosso dalla tomba. Quella ragazzina dall’aspetto sano si era trasformata così?

Sapeva che poteva essere. A determinati tipi di mostri piaceva scegliere i giovani e belli.

Wightman continuò: “L’ultima volta che è stata vista stava andando a piedi ad una festa, indossando un costume da scheletro. La sua famiglia ha iniziato a cercarla quella notte, e ci ha chiamati il mattino seguente. Sono passati alcuni giorni senza alcuna notizia di lei, e naturalmente, la famiglia è andata in panico, e così tutti quelli che la conoscevano. Nessuno pensava che Allison fosse una ragazza che potesse semplicemente fuggire. Naturalmente, io e miei uomini abbiamo fatto tutto il possibile per cercarla, ma invano.”

Toccando un pezzo di carta, lo sceriffo aggiunse: “Una settimana dopo, questo messaggio è stato recapitato alla stazione.”