Читать бесплатно книгу «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7» Эдварда Гиббона полностью онлайн — MyBook

CAPITOLO XXXVIII

Regno e conversione di Clodoveo. Sue vittorie sopra gli Alemanni, i Borgognoni ed i Visigoti. Stabilimento della Monarchia francese nella Gallia. Leggi de' Barbari. Stato de' Romani. Visigoti della Spagna. Conquista della Gran Brettagna fatta da' Sassoni.

I Galli141, che soffrivano impazientemente il giogo Romano ebbero una memorabil lezione da uno de' Luogotenenti di Vespasiano, il grave sentimento del quale si è raffinato ed espresso dal genio di Tacito142. «La protezione della Repubblica ha liberato la Gallia dall'interna discordia, e dalle straniere invasioni. Con la perdita dell'indipendenza nazionale avete acquistato il nome ed i privilegi di Cittadini Romani. Voi godete in comune con noi medesimi i costanti vantaggi del governo civile, e la remota vostra situazione è meno esposta a' danni accidentali della tirannide. Invece d'esercitare i diritti della conquista, ci siamo contentati d'imporvi que' tributi che son necessari per la propria vostra conservazione. Non si può assicurar la pace senza le armi, queste debbono sostenersi a spese del Popolo. È per vantaggio vostro, non per causa nostra, che noi guardiamo la frontiera del Reno contro i feroci Germani, che hanno sì spesso tentato, e brameranno sempre di cangiare la solitudine de' loro boschi e paludi con la ricchezza e fertilità della Gallia. La caduta di Roma sarebbe fatale per le Province; e voi restereste sepolti nelle rovine di quella gran fabbrica, che si è innalzata dal valore e dalla saviezza d'ottocento anni. L'immaginaria vostra libertà sarebbe insultata ed oppressa da un selvaggio Signore; ed all'espulsione de' Romani succederebbero le ostilità eterne de' Barbari conquistatori143.» Fu accettato questo salutevol avviso, e tale strana predizione ebbe il suo compimento. Nello spazio di quattrocento anni, i fieri Galli, che avevano affrontato le armi di Cesare, si confusero, senz'avvedersene, nella massa generale de' cittadini ed de' sudditi: l'Impero Occidentale si sciolse, ed i Germani, che avevano passato il Reno, ardentemente combatterono per il possesso della Gallia, ed eccitarono il disprezzo o l'aborrimento de' pacifici e culti di lei abitatori. Con quell'intimo orgoglio, che la superiorità delle cognizioni e del lusso comunemente suole inspirare, deridevano essi i chiomati e giganteschi selvaggi del Nord; i rozzi loro costumi, l'incoerente letizia, il vorace appetito e l'orrida figura loro, ugualmente disgustosa per la vista, che per l'odorato. Si coltivavano tuttavia nelle scuole d'Autun e di Bordeaux gli studi liberali; ed il linguaggio di Cicerone e di Virgilio era famigliare alla Gallica Gioventù. Restaron sorprese le lor orecchie da' duri ed incogniti suoni del dialetto germanico, ed ingegnosamente si dolsero, che le muse tremanti fuggivano l'armonia della Lira burgundica. I Galli eran dotati di tutti i vantaggi della natura e dell'arte; ma siccome loro mancava il coraggio per difendersi, furono giustamente condannati ad ubbidire, ed anche adulare i vittoriosi Barbari, dalla clemenza de' quali essi riconoscevano le precarie sostanze e le vite loro144.

Appena Odoacre ebbe estinto l'Impero Occidentale, cercò l'amicizia de' più potenti fra' Barbari. Il nuovo Sovrano dell'Italia cedè ad Enrico, Re de' Visigoti, tutte le conquiste Romane di là dalle Alpi fino al Reno ed all'Oceano145: ed il Senato potè confermare questo liberal dono con qualche ostentazione di potere, senza veruna real perdita di entrate, o di dominio; le legittime pretensioni d'Enrico erano giustificate dall'ambizione, e dal successo; e la Nazione gotica poteva, sotto il suo comando, aspirare alla Monarchia della Spagna e della Gallia. Arles e Marsiglia si arresero alle sue armi, egli oppresse la libertà dell'Alvergna; ed il Vescovo d'essa condiscese a comprare il proprio richiamo dall'esilio con un tributo di giusta ma involontaria lode. Sidonio stava alle porte del palazzo in mezzo ad una folla di ambasciatori e di supplichevoli; ed i vari loro negozi alla Corte di Bordeaux dimostravano la potenza e la fama del Re de' Visigoti. Gli Eruli del distante Oceano, che tingevano i nudi lor corpi con cerulei colori, ne implorarono la protezione; ed i Sassoni rispettarono le marittime Province d'un Principe, privo di forze navali. Gli alti Borgognoni si sottoposero alla sua autorità; nè restituì gli schiavi Franchi, finattantochè non ebbe ridotto quella fiera nazione a termini d'una pace disuguale. I Vandali dell'Affrica coltivavano la sua vantaggiosa amicizia; e gli Ostrogoti della Pannonia erano sostenuti dal potente suo aiuto contro l'oppressione dei vicini Unni. Il Nord (tali sono le superbe espressioni del Poeta) era agitato e posto in calma dal cenno di Enrico; il gran Re della Persia consultò l'oracolo dell'Occidente; ed il vecchio Dio del Tevere fu protetto dal crescente Genio della Garonna146. La fortuna delle nazioni spesso dipende dagli accidenti, e la Francia può attribuire la sua grandezza all'immatura morte del Re Goto, in un tempo in cui Alarico, suo figlio, era un'innocente fanciullo, e Clodoveo147, suo nemico, un ambizioso e prode garzone.

Mentre Childerico, padre di Clodoveo, si trovava in esilio in Germania, fu trattato amichevolmente dalla Regina, ugualmente che dal Re dei Turingi. Dopo il suo ritorno, Basina fuggì dal letto del marito nelle braccia dell'amante; liberamente dichiarando, che se avesse conosciuto un uomo più savio, più forte e più bello di Childerico, questo sarebbe stato l'oggetto della sua preferenza148. Clodoveo fu la prole di questa volontaria unione; e non avea più di quindici anni, quando successe, per la morte di suo padre, al comando della Tribù Salica. Gli angusti confini del suo Regno149 si limitavano all'isola de' Batavi, con le antiche diocesi di Tournay e d'Arras150; ed al tempo del battesimo di Clodoveo il numero de' suoi guerrieri non sorpassava i cinquemila. Le ardenti tribù dei Franchi, che si erano stabilite lungo i Belgici fiumi della Schelda, della Mosa, della Mosella e del Reno, erano governati da' loro indipendenti Re della stirpe Merovingica, uguali, alleati e talvolta nemici del Principe Salico. Ma i Germani che obbedivano, in tempo di pace, all'ereditaria giurisdizione de' loro Capi, eran liberi di seguitare in guerra la bandiera d'un popolare e vittorioso Generale; ed il merito superiore di Clodoveo si attirò il rispetto e l'omaggio della nazionale confederazione. Quando si pose in campo la prima volta, non aveva nel suo erario nè oro nè argento, nè vino nè grano ne' suoi magazzini151; ma esso imitò l'esempio di Cesare, che nell'istesso luogo aveva acquistato delle ricchezze con la spada, e comprato dei soldati co' frutti della conquista. Dopo ciascheduna vantaggiosa battaglia e spedizione, le spoglie s'accumulavano in una massa comune; ogni guerriero ne aveva la sua parte, e la dignità reale si sottometteva agli uguali regolamenti della legge militare. L'indomito spirito de' Barbari s'indusse a riconoscere i vantaggi della regolar disciplina152. Nell'annua rivista del mese di Marzo diligentemente s'esaminavano le loro armi; e quando attraversavano un territorio amico, era loro proibito di toccare un filo d'erba. La giustizia di Clodoveo era inesorabile, ed i suoi trascurati o disubbidienti soldati eran puniti immediatamente di morte. Sarebbe superfluo il lodare il valore d'un Franco: ma quello di Clodoveo era diretto dalla fredda e consumata prudenza153. In tutti i suoi trattati con gli altri, calcolava il peso dell'interesse, della passione e dell'opinione, e le sue misure alle volte si adattavano a' sanguinari costumi de' Germani ed alle volte venivano moderate dal genio più dolce di Roma e del Cristianesimo. Fu interrotto nel corso della vittoria, poichè morì nell'età di quarantacinque anni; ma egli aveva già stabilita, in un Regno di trent'anni, la Monarchia francese nella Gallia.

La prima impresa di Clodoveo fu la disfatta di Siagrio, figlio d'Egidio, ed in quest'occasione si accese forse la contesa pubblica dal privato risentimento. La gloria del padre insultava sempre la stirpe Merovingica; e la potenza del figlio potè eccitare la gelosa ambizione del Re de' Franchi. Siagrio ereditò, come uno Stato patrimoniale, la città, e la diocesi di Soissons: i desolati residui della seconda Belgica, Reims e Troia, Beauvais ed Amiens si sarebbero naturalmente sottomessi al Conte o Patrizio154; e dopo lo smembramento dell'Impero Occidentale, egli avrebbe potuto regnare col titolo, o almeno coll'autorità di Re de' Romani155. Come Romano, era stato educato negli studi liberali della Rettorica e della Giurisprudenza; ma per accidente e per politica si trovò impegnato nell'uso famigliare dell'idioma germanico. Gl'indipendenti Barbari ricorrevano al tribunale d'uno straniero, che aveva il singolar talento di spiegare, nella nativa lor lingua, i dettami della ragione e dell'equità. La diligenza e l'affabilità del loro giudice lo renderono popolare, l'imparziale saviezza de' suoi decreti ottenne la lor volontaria ubbidienza, ed il regno di Siagrio su' Franchi e Borgognoni pareva, che facesse risorgere la primitiva istituzione della società civile156. In mezzo a queste pacifiche occupazioni, Siagrio ricevè ed arditamente accettò l'ostile disfida di Clodoveo che invitò il suo rivale, secondo lo spirito, e quasi nel linguaggio cavalleresco, a stabilirne il giorno ed il campo157 di battaglia. Al tempo di Cesare, Soissons avrebbe dato un corpo di cinquantamila cavalli; e tal esercito sarebbe stato abbondantemente fornito di scudi, di corazze e di macchine militari, da tre arsenali o manifatture della città158. Ma s'era da gran tempo esaurito il coraggio ed il numero della gallica Gioventù; e le vaganti truppe di volontari o mercenari, che marciavano sotto le bandiere di Siagrio, erano incapaci di contendere col nazional valore dei Franchi. Non sarebbe giusto senza qualche più esatta cognizione della forza e de' mezzi di Siagrio, il condannarne la rapida fuga, mentre dopo la perdita di una battaglia fuggì alla distante Corte di Tolosa. La debole minorità d'Alarico non voleva assistere, o difendere un infelice fuggitivo. I pusillanimi159 Goti furono intimoriti dalle minacce di Clodoveo; ed il Romano Re dopo un breve confino fu abbandonato nelle mani del carnefice. Le città belgiche s'arresero al Re de' Franchi; ed i suoi Stati s'ingrandirono verso l'Oriente dall'ampia Diocesi di Tongres160, che Clodoveo conquistò nel decimo anno del suo Regno.

Si è tratto assurdamente il nome di Alemanni dall'immaginario loro stabilimento sulle rive del lago Leman161. Quel felice distretto, dal lago ad Avenche, ed al monte Giura, fu occupato da' Borgognoni162. In fatti le parti settentrionali dell'Elvezia erano state soggiogate da' feroci Alemanni, che distrussero con le proprie lor mani i frutti della loro conquista. Una Provincia coltivata ed ornata dalle arti di Roma, fu di nuovo ridotta ad un selvaggio deserto; e possono tuttavia scuoprirsi alcuni vestigi della magnifica Vindonissa nella fertile e popolata Valle dell'Aar163. Dalla sorgente del Reno fino alla sua unione col Meno e con la Mosella i formidabili sciami degli Alemanni dominavano ambe le parti del fiume per diritto d'antico possesso, o di recente vittoria. Si erano sparsi nella Gallia, sulle moderne Province dell'Alsazia e della Lorena; e l'ardita loro invasione del regno di Colonia richiamò il Principe Salico alla difesa dei Ripuarj suoi alleati. Clodoveo incontrò gl'invasori della Gallia nella pianura di Tolbiac alla distanza di circa ventiquattro miglia da Colonia; e le due più fiere nazioni della Germania erano vicendevolmente animate dalla memoria delle azioni passate, e dal prospetto della futura grandezza. I Franchi, dopo un ostinato combattimento cederono; e gli Alemanni, alzando grida di vittoria, impetuosamente incalzarono la lor ritirata. Ma si rimesse la battaglia per il valore, per la condotta, e forse per la pietà di Clodoveo; e l'evento di quella sanguinosa giornata decise per sempre l'alternativa dell'Impero, o della servitù. L'ultimo Re degli Alemanni restò ucciso nel campo, ed i suoi furono ammazzati ed inseguiti, finattantochè non gettarono a terra le armi, e si diedero a discrezione del vincitore. Senza disciplina militare era per loro impossibile di riunirsi; essi avevano con disprezzo demolito le mura, e le fortificazioni che avrebbero potuto difenderli nell'avversità; e furono seguitati nel cuore delle loro foreste da un nemico non meno attivo ed intrepido di essi. Il gran Teodorico si congratulò della vittoria con Clodoveo, di cui aveva il Re d'Italia ultimamente sposato la sorella Albofleda; ma dolcemente s'interpose appresso il cognato in favore de' supplicanti e de' fuggitivi, che avevano implorato la sua protezione. I territorj Gallici, ch'erano posseduti dagli Alemanni, divennero preda del loro vincitore; e quella superba nazione, invincibile o ribelle alle armi di Roma, riconobbe la sovranità de' Re Merovingici, che graziosamente permisero loro di usare i propri particolari costumi ed istituti, sotto il governo di Duchi temporari, ed in progresso ereditari. Dopo la conquista delle Province occidentali, i soli Franchi mantennero le loro antiche abitazioni di là dal Reno. Essi appoco appoco sottomisero e ridussero a civiltà quegli esausti paesi, sino all'Elba ed alle montagne della Boemia; e fu assicurata la pace d'Europa dall'ubbidienza della Germania164.

Fino all'età di trent'anni, Clodoveo continuò a venerare gli Dei de' suoi maggiori165. La sua incredulità, o piuttosto non curanza del Cristianesimo poteva incoraggirlo forse a predare con minor rimorso le chiese d'un paese nemico: ma i suoi sudditi della Gallia godevano l'esercizio libero del Culto religioso; ed i Vescovi mettevano speranza maggiore in un idolatra, che negli eretici. Il Principe Merovingico aveva contratto fortunatamente matrimonio con la bella Clotilde, nipote del Re di Borgogna, che in mezzo ad una Corte Arriana era stata educata nella professione della Fede Cattolica. Era interesse non meno che dovere di lei il compire la conversione166 d'un marito Pagano, e Clodoveo, senz'accorgersene, diede orecchio alla voce dell'amore e della Religione. Egli acconsentì (ed era forse preventivamente stato convenuto di ciò) al battesimo del suo maggior figlio, e quantunque la repentina morte del fanciullo eccitasse qualche superstizioso timore, fu persuaso per la seconda volta a ripetere quel pericoloso esperimento. Nelle angustie della battaglia di Tolbiac, Clodoveo altamente invocò il Dio di Clotilde e de' Cristiani; e la vittoria lo dispose ad ascoltare con rispettosa gratitudine l'eloquente167 Remigio168 Vescovo di Reims, che dimostrò con forza i temporali e spirituali vantaggi della sua conversione. Il Re si dichiarò persuaso della verità della Fede Cattolica; e le ragioni politiche, le quali avrebbero potuto farne sospendere la pubblica professione, furon tolte di mezzo dalle devote o fedeli acclamazioni de' Franchi, che si dimostrarono ugualmente disposti a seguire l'eroico lor capitano, sì al campo di battaglia, che al fonte battesimale. Quest'importante ceremonia fu eseguita nella Cattedrale di Reims con ogni circostanza e solennità che poteva imprimere un rispettoso sentimento di religione nelle menti de' suoi rozzi proseliti169. Il nuovo Costantino fu immediatamente battezzato, insieme con tremila guerrieri, suoi sudditi: e fu imitato l'esempio loro dal resto de' Barbari ingentiliti, i quali in obbedienza al vittorioso Prelato, adoraron la Croce, ch'essi avevano già bruciato, e bruciarono gli idoli, che avevano adorato170. Lo spirito di Clodoveo era suscettibile d'un passaggero fervore: ei fu commosso dal patetico racconto della passione, e della morte di Cristo; ed invece di ponderare i salutari effetti di quel misterioso sacrifizio, esclamò con indiscreto furore; «Se io vi fossi stato presente alla testa de' miei valorosi Franchi, avrei vendicato le sue ingiurie»171. Ma il selvaggio conquistator della Gallia era incapace d'esaminare le prove d'una religione, che dipendono da una laboriosa investigazione d'istorica autorità, e di speculativa teologia. Molto più egli era incapace di sentire la dolce influenza del Vangelo, che persuade e purifica il cuore d'un vero convertito. L'ambizioso suo regno presenta una perpetua violazione de' doveri morali e cristiani; le sue mani furon macchiate di sangue, sì in pace, che in guerra, ed appena ebbe Clodoveo licenziato un sinodo della Chiesa Gallicana, che tranquillamente assassinò tutti i Principi della stirpe Merovingica172. Pure poteva il Re de' Franchi adorare sinceramente il Dio dei Cristiani, come un Essere più eccellente e potente delle nazionali sue divinità; e la segnalata liberazione e vittoria di Tolbiac incoraggirono Clodoveo a confidar nella futura protezione del Signor degli eserciti. Martino, il più popolare de' Santi, aveva ripieno il Mondo occidentale della fama di que' miracoli, che si facevan continuamente al santo di lui sepolcro di Tours. Il suo visibile o invisibile aiuto favorì la causa d'un Principe liberale ed ortodosso; e non bisogna interpretar la profana osservazione di Clodoveo medesimo, che S. Martino era un dispendioso amico173, come un sintomo d'alcun permanente o ragionato scetticismo. Ma la terra non meno che il cielo si rallegrò della conversione de' Franchi. Nel memorabile giorno, in cui Clodoveo uscì dal fonte battesimale, egli solo nel Mondo cristiano meritò il nome e le prerogative di Re Cattolico. L'Imperatore Anastasio ammetteva de' pericolosi errori intorno alla natura dell'incarnazione divina; ed i Barbari dell'Italia, dell'Affrica, della Spagna e della Gallia erano involti nell'eresia Arriana. Il maggiore, o piuttosto l'unico figlio, della Chiesa fu riconosciuto dal Clero per suo legittimo sovrano, o glorioso liberatore; e le armi di Clodoveo furono valorosamente sostenute dal zelo e dal fervore della fazione cattolica174.

Sotto l'Impero Romano la ricchezza e la giurisdizione dei Vescovi, il sacro carattere e perpetuo ufizio loro, i numerosi dipendenti, la popolar eloquenza e le assemblee provinciali di essi gli avevano sempre resi rispettabili, ed alle volte pericolosi. L'autorità loro aumentossi col progresso della superstizione, e lo stabilimento della Monarchia francese può in qualche modo attribuirsi alla stabile alleanza d'un centinaio di Prelati, che dominavano nelle malcontente, o indipendenti città della Gallia. I deboli fondamenti della Repubblica Armorica si erano più volte scossi, o abbattuti; ma l'istesso Popolo manteneva sempre la domestica sua libertà; sosteneva la dignità del nome Romano; e valorosamente resisteva alle predatorie scorrerie, ed a' regolari attacchi di Clodoveo, che cercava d'estender le sue conquiste dalla Senna alla Loira. La felice lor opposizione introdusse un'uguale ed onorevole società fra loro. I Franchi stimavano il valore degli Armorici175

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