Читать бесплатно книгу «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7» Эдварда Гиббона полностью онлайн — MyBook
cover

I Cattolici, oppressi dalla forza reale e militare, eran molto superiori a' loro avversari in numero, ed in sapere. Con le stesse armi, che i Padri greci112 e latini avevan già preparate per la controversia Arriana, essi più volte ridussero al silenzio, e vinsero i feroci ed ignoranti successori d'Ulfila. La coscienza della propria loro superiorità avrebbe dovuto porli al di sopra degli artifizi, e delle passioni del guerreggiamento religioso. Pure invece d'assumere tal onorevole orgoglio, i teologi ortodossi furon tentati, dalla sicurezza dell'impunità a comporre finzioni, che convien notare con gli epiteti di frodi e di falsità. Essi attribuirono le loro opere polemiche a' nomi più venerabili dell'antichità Cristiana; furono temerariamente mascherati da Vigilio e da' suoi discepoli113 i caratteri d'Atanasio e d'Agostino; ed il famoso Credo, ch'espone sì chiaramente i misteri della Trinità e dell'Incarnazione, si deduce con molta probabilità da questa scuola Affricana114. Fino le stesse Scritture furono profanate dalle temerarie e sacrileghe loro mani. Il memorabile Testo, che asserisce l'unità de' Tre, che fanno testimonianza in Cielo115, è condannato dall'universal silenzio de' Padri ortodossi, delle antiche versioni, e de' Manuscritti autentici116. Fu esso allegato per la prima volta da' Vescovi cattolici, che Unnerico invitò alla conferenza di Cartagine117. Una allegorica interpretazione in forma probabilmente di nota marginale, invase il testo delle Bibbie Latine, che si rinnuovarono, e corressero nell'oscuro periodo di dieci secoli118. Dopo l'invenzione della stampa119, gli editori del Testamento Greco cederono a' propri lor pregiudizi, o a quelli de' loro tempi120; e la pia frode, che fu con uguale zelo abbracciata a Roma ed a Ginevra, si è moltiplicata all'infinito in ogni paese ed in ogni lingua della moderna Europa.

L'esempio della frode eccita facilmente il sospetto; e gli speciosi miracoli, co' quali i Cattolici Affricani hanno difeso la verità e la giustizia della lor causa, possono attribuirsi con più ragione alla lor propria industria, che alla visibil protezione del Cielo. Pure l'Istorico, che osserva questo religioso contrasto con occhio imparziale, può condiscendere a far menzione d'un fatto preternaturale, ch'edificherà il devoto, e sorprenderà l'incredulo. Tipasa121, colonia marittima della Mauritania distante sedici miglia all'Oriente da Cesarea, si era distinta in ogni tempo per l'ortodosso zelo de' suoi abitanti. Essi avean superato il furore de' Donatisti122, e sofferta, o elusa la tirannia degli Arriani. All'avvicinarsi ad essa d'un Vescovo eretico, la città fu abbandonata: i più degli abitanti, che poterono aver delle navi, passarono sulla costa di Spagna; e quegl'infelici, che restarono, ricusando ogni comunione coll'usurpatore, ardirono di tener tuttavia le pie loro, ma illegittime adunanze. La loro disubbidienza inasprì la crudeltà d'Unnerico. Fu spedito da Cartagine un Conte militare a Tipasa; ei convocò i Cattolici nel Foro, ed alla presenza di tutta la Provincia fece tagliar loro la destra mano e la lingua. Ma i Santi confessori continuarono a parlare senza lingua; e si attesta questo miracolo da Vittore, Vescovo Affricano, che pubblicò un'istoria della persecuzione dentro lo spazio di due anni dopo quel fatto123. «Se alcuno (dice Vittore) dubitasse della verità di questo, vada a Costantinopoli, ed ascolti la chiara e perfetta favella di Restituto suddiacono, uno di que' gloriosi martiri, che adesso sta nel palazzo dell'Imperator Zenone, ed è rispettato dalla devota Imperatrice». Ci fa maraviglia il trovare in Costantinopoli un freddo e dotto testimone superiore ad ogni eccezione, senza interesse, e senza passione. Enea di Gaza, Filosofo Platonico ha descritto accuratamente le proprie sue osservazioni su questi pazienti Affricani. «Gli vidi io medesimo (dice), gli udii parlare: diligentemente cercai per quali mezzi poteva formarsi una voce così articolata senza verun organo del discorso: adoprai gli occhi per esaminare ciò, che m'indicavan gli orecchi: aprii loro la bocca, e vidi, ch'era stata loro interamente strappata la lingua dalle radici, operazione, che i Medici generalmente risguardano come mortale124». Potrebbe confermarsi la testimonianza d'Enea di Gaza con la superflua autorità dell'Imperator Giustiniano in un Editto perpetuo; del Conte Marcellino nella sua Cronica de' tempi; e del Pontefice Gregorio I, che aveva riseduto in Costantinopoli come ministro del Pontefice Romano125. Tutti questi vissero dentro il corso d'un secolo; o tutti adducono la lor personal cognizione del fatto, o la pubblica notorietà della verità d'un miracolo, che si ripetè in varie occasioni, si espose nel più gran teatro del Mondo, e fu sottoposto per una serie di anni al tranquillo esame dei sensi. Questo dono soprannaturale de' Confessori Affricani, che parlavano senza lingua, otterrà l'assenso di quelli soltanto, che già credono, che il loro linguaggio fosse puro ed ortodosso. Ma l'ostinata mente d'un infedele si munisce d'un segreto incurabil sospetto; e l'Arriano o il Sociniano, che ha seriamente rigettato la dottrina della Trinità, non sarà scosso dalla più plausibile prova d'un miracolo Atanasiano.

I Vandali e gli Ostrogoti perseverarono nella professione dell'Arrianismo fino alla total rovina de' Regni, ch'essi avevan fondato nell'Affrica ed in Italia; i Barbari della Gallia si sottomisero all'ortodosso impero de' Franchi; e la Spagna si restituì alla Chiesa Cattolica per la volontaria conversione de' Visigoti.

Questa salutare rivoluzione126 fu accelerata dall'esempio d'un Regio martire, a cui la nostra più fredda ragione può dare il nome d'ingrato ribelle. Leovigildo, Gotico Monarca di Spagna, meritava il rispetto de' suoi nemici, e l'amor de' suoi sudditi: i Cattolici godevano una libera tolleranza, e gli Arriani ne' suoi sinodi tentavano, senza gran successo, di conciliare i loro scrupoli con abolire l'odioso rito d'un secondo Battesimo. Ermenegildo, suo figlio maggiore, ch'era stato investito dal Padre del diadema reale, e del bel Principato della Betica, contrasse un onorevole ed ortodosso matrimonio con una Principessa Merovingica, figlia di Sigeberto Re d'Austrasia, e della famosa Brunechilde. La bella Ingunde, che non aveva più di tredici anni, fu ricevuta, amata, e perseguitata nella corte Arriana di Toledo; e la sua religiosa costanza fu alternativamente assalita dagli allettamenti, e dalla violenza di Goisvinta, Regina de' Goti, che abusò del doppio diritto d'autorità materna, che aveva127. Goisvinta, irritata dalla sua resistenza, prese la Principessa cattolica pei capelli, la gettò crudelmente per terra, le diede tanti calci, che fu ricoperta di sangue, e finalmente ordinò che fosse spogliata, e gettata in una vasca, o conserva di pesci128. Poterono l'amore e l'onore muover Ermenegildo a risentirsi di questo ingiurioso trattamento fatto alla sua sposa; ed appoco appoco si persuase, che Ingunde soffrisse per causa della divina verità. Le tenere di lei querele, ed i forti argomenti di Leandro, Arcivescovo di Siviglia, compirono la conversione di esso, e fu iniziato l'erede della Monarchia Gotica nella Fede Nicena per mezzo de' solenni riti della Confermazione129. Il temerario giovine, infiammato dallo zelo, e forse dall'ambizione, fu tentato a violare i doveri di figlio, e di suddito; ed i Cattolici di Spagna, quantunque, non potessero dolersi della persecuzione, applaudirono alla sua pia ribellione contro un padre eretico. Si prolungò la guerra civile pei lunghi ed ostinati assedj di Merida, di Cordova e di Siviglia, che avevano fortemente abbracciato il partito d'Ermenegildo. Esso invitò i Barbari ortodossi, gli Svevi ed i Franchi, alla distruzione del suo nativo paese; implorò il pericoloso aiuto de' Romani, che possedevano l'Affrica, ed una parte della costa di Spagna; e l'Arcivescovo Leandro, suo santo Ambasciatore, trattò in persona efficacemente con la Corte Bizantina. Ma svanirono le speranze dei Cattolici per l'attiva diligenza d'un Re, che comandava le truppe, e maneggiava i tesori della Spagna; ed il colpevole Ermenegildo dopo i vani suoi tentativi di resistere o di fuggire, fu costretto ad arrendersi nelle mani d'un irritato padre. Leovigildo ebbe tuttavia presente quel sacro carattere; ed al ribelle, spogliato degli ornamenti reali, si lasciò professare in un decente esilio la religione cattolica. I replicati suoi ed infelici tradimenti al fine provocarono lo sdegno del Re Goto; e la sentenza di morte, che questo pronunziò con apparente ripugnanza fu segretamente eseguita nella torre di Siviglia. L'inflessibil costanza, con cui esso ricusò d'accettare la comunione Arriana per prezzo della sua salvezza, può scusare gli onori, che si son fatti alla memoria di S. Ermenegildo. La sua moglie, ed il suo piccolo figlio si ritennero in una ignominiosa schiavitù da' Romani: e questa domestica disgrazia macchiò le glorie di Leovigildo, ed amareggiò gli ultimi momenti della sua vita.

Recaredo, suo figlio e successore, che fu il primo Re cattolico di Spagna, era stato imbevuto della fede del suo infelice fratello, ch'ei però sostenne con maggior prudenza e successo. In vece di ribellarsi contro il padre, aspettò pazientemente l'ora della sua morte. In vece di condannarne la memoria, piamente suppose, che il Monarca morendo avesse abiurato gli errori dell'Arrianismo, e raccomandato al figlio la conversione della nazione Gotica. Per ottenere questo fine salutare, convocò Recaredo un'assemblea del Clero o de' nobili Arriani, si dichiarò Cattolico, e gli esortò ad imitar l'esempio del loro Principe. Una laboriosa interpretazione di testi dubbiosi, o una curiosa serie di argomenti metafisici avrebb'eccitata una controversia senza fine; ed il Monarca prudentemente propose all'ignorante sua udienza due sostanziali e visibili prove, cioè la testimonianza della terra, e del cielo. La Terra s'era sottomessa al Sinodo Niceno: i Romani, i Barbari e gli abitanti della Spagna concordemente professavano la stessa fede ortodossa; ed i Visigoti erano quasi soli a resistere al consenso del Mondo cristiano. Un secolo superstizioso era disposto a venerare come testimonianza del Cielo le cure soprannaturali, che si facevano por l'abilità o virtù del clero cattolico: i fonti Battesimali d'Osset nella Betica130, che spontaneamente ogni anno si riempivano d'acqua la vigilia di Pasqua131; e le miracolose reliquie di S. Martino di Tours, che avevano già convertito il Principe Svevo, ed i Popoli della Gallicia132. Il Re cattolico incontrò alcune difficoltà su quest'importante cangiamento della religion nazionale. Si formò contro di lui una cospirazione, segretamente fomentata dalla Regina vedova; e due Conti suscitarono una pericolosa ribellione nella Gallia Narbonese. Ma Recaredo disarmò i congiurati, disfece i ribelli, ed esercitò contro di essi una severa giustizia, che gli Arriani poterono a vicenda infamare con la taccia di persecuzione. Otto Vescovi, i nomi dei quali dimostrano la lor origine Barbara, abiurarono i loro errori, e si ridussero in cenere tutti i libri della Teologia Arriana, insieme con la casa nella quale a tal fine si erano raccolti. Tutto il Corpo de' Visigoti, e degli Svevi fu allettato o tratto nel seno della comunione cattolica; la fede almeno della nuova generazione fu sincera e fervente; e la devota liberalità de' Barbari arricchì le Chiese ed i Monasteri della Spagna. Settanta Vescovi, adunati nel Concilio di Toledo, ricevettero la sommissione de' loro conquistatori; e lo zelo degli Spagnuoli migliorò il simbolo Niceno, dichiarando la processione dello Spirito Santo dal Figlio ugualmente che dal Padre; importante articolo di dottrina, che produsse, lungo tempo dopo, lo scisma delle Chiese Greca e Latina133. Il Regio proselito immediatamente salutò e consultò il Pontefice Gregario, detto il Grande, dotto e santo Prelato, il governo del quale si distinse per la conversione degli Eretici ed Infedeli. Gli ambasciatori di Recaredo rispettosamente offerirono sulla soglia del Vaticano i ricchi di lui presenti d'oro e di gemme; ed accettarono, come un lucroso cambio, i capelli di S. Giovanni Battista, una croce, in cui era chiuso un piccolo pezzo del vero legno, ed una chiave che conteneva alcune particelle di ferro, ch'erano state raschiate dalle catene di S. Pietro134.

L'istesso Gregorio, spirituale conquistatore della Gran Brettagna, incoraggiò la pia Teodolinda, Regina de' Lombardi, a propagare la fede Nicena fra' vittoriosi selvaggi, il fresco Cristianesimo de' quali era macchiato dall'eresia Arriana. I devoti di lei travagli, lasciarono tuttavia luogo all'industria, ed al successo di altri Missionari; e molte città d'Italia sempre si disputavano da' Vescovi contrari. Ma la causa dell'Arrianismo restò appoco appoco oppressa dal peso della verità, dell'interesse e dell'esempio, e la controversia, che l'Egitto avea tratto dalla scuola Platonica, si terminò dopo una guerra di trecent'anni dalla total conversione de' Lombardi d'Italia135.

I primi Missionari, che predicarono il Vangelo ai Barbari, si rimessero all'evidenza della ragione, ed implorarono il benefizio della tolleranza136. Ma appena ebbero stabilito il loro spiritual dominio, esortarono i Re Cristiani ad estirpare senza misericordia i residui della Romana o Barbarica superstizione. I successori di Clodoveo condannarono a cento colpi di verghe la gente di campagna, che ricusava di distruggere i propri idoli; il delitto di sacrificare a' demoni era punito dalle Leggi Anglo-sassone con le più gravi pene della carcere e della confiscazione; e fino il saggio Alfredo adottò, come un indispensabil dovere, l'estremo rigore degli istituti Mosaici137. Ma la pena si abolì appoco appoco, insieme col delitto, nel Popolo cristiano: le dispute teologiche delle scuole si sospesero dalla favorevole ignoranza; e lo spirito intollerante, che non poteva più trovare nè idolatri nè eretici, si ridusse a perseguitare gli Ebrei. Quest'esule nazione aveva fondato alcune Sinagoghe nelle città della Gallia; ma la Spagna, fin dal tempo d'Adriano, era piena di numerose colonie138. Le ricchezze, che avevano accumulato per mezzo del commercio o del maneggio delle finanze, invitarono la pietosa avarizia de' loro Signori; ed essi potevan'opprimersi senza pericolo, giacchè avevan perduto l'uso, e fino le memoria delle armi. Sisebuto, Re Goto, che regnò al principio del settimo secolo, divenne in un tratto agli ultimi estremi della persecuzione139. Furon costretti a ricevere il sacramento del battesimo novantamila Ebrei; si confiscarono i beni degli ostinati infedeli, e ne furon tormentati i corpi; e sembra dubbioso, se fosse loro permesso d'abbandonare il nativo loro paese. L'eccessivo zelo del Re cattolico fu moderato fino dal Clero di Spagna, che solennemente pronunziò una sentenza contraddittoria, cioè che non dovessero darsi i sacramenti per forza; ma che gli Ebrei, ch'erano stati battezzati, fossero costretti, per onor della Chiesa, a perseverare nell'esterna pratica d'una religione, ch'essi non credevano, e detestavano. Le frequenti loro ricadute provocarono uno de' successori di Sisebuto a bandire tutta la nazione da' suoi Stati; ed un concilio di Toledo pubblicò un decreto, che ogni Re Goto dovesse giurare di mantenere questo salutevol editto. Ma i tiranni non volevano abbandonar le vittime, che si dilettavano di tormentare, o privarsi d'industriosi schiavi, su' quali potevano esercitare una lucrosa oppressione. Gli Ebrei tuttavia continuarono nella Spagna, sotto il peso delle Leggi civili ed ecclesiastiche, le quali nel medesimo regno si sono fedelmente trascritte nel Codice dell'Inquisizione. I Re Goti, ed i Vescovi finalmente conobbero, che le ingiurie producono dell'odio, e che l'odio trova col tempo l'occasione della vendetta. Una nazione, segreta o palese nemica del Cristianesimo, andò sempre moltiplicandosi nella servitù e nell'angustia; e gl'intrighi degli Ebrei promossero il rapido successo degli Arabi conquistatori140.

Tostochè i Barbari negarono il potente lor patrocinio all'eresia d'Arrio aborrita dal Popolo, essa cadde nel disprezzo e nell'oblivione. Ma i Greci ritennero sempre la lor disposizione sottile e loquace: lo stabilimento d'una oscura dottrina suggeriva nuove questioni, e nuove dispute; ed era sempre in facoltà di un ambizioso Prelato, o d'un fanatico Monaco l'alterare la pace della Chiesa, e forse dell'Impero. L'Istorico dell'Impero può trascurare quelle dispute che restarono nell'oscurità delle scuole, e de' Sinodi. I Manichei, che cercavano di conciliare le religioni di Cristo e di Zoroastro, si erano segretamente introdotti nelle Province. Ma questi estranei settari furon involti nella comune disgrazia degli Gnostici, e l'odio pubblico fece eseguir contro di essi le leggi Imperiali. Le opinioni ragionevoli de' Pelagiani si propagarono dalla Gran Brettagna a Roma, in Affrica, e nella Palestina e tacitamente svanirono in un secolo superstizioso. Ma fu diviso l'Oriente dalle controversie Nestoriana ed Eutichiana, che tentavano di spiegare il mistero dell'Incarnazione, ed affrettarono la rovina del Cristianesimo nella nativa sua terra. Queste controversie si principiarono ad agitare sotto il regno di Teodosio il Giovane: ma le importanti loro conseguenze si estendono molto al di là de' confini del presente volume. La metafisica serie degli argomenti, le contese dell'ambizione ecclesiastica, e la politica loro influenza sulla caduta dell'Impero Bizantino, possono somministrare un interessante ed istruttivo corso d'istoria, dai Concilj generali d'Efeso e di Calcedonia, sino alla conquista dell'Oriente fatta da' successori di Maometto.

1
...
...
10

Бесплатно

0 
(0 оценок)

Читать книгу: «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7»

Установите приложение, чтобы читать эту книгу бесплатно