Читать книгу «La Terra del Fuoco » онлайн полностью📖 — Моргана Райс — MyBook.

Prima di potersi riorganizzare Micople venne attaccata da un altro drago che le affondò le zanne nel fianco. Micople gridò e Thor reagì immediatamente. Saltò dalla schiena di Micople al naso del drago nemico e corse lungo la sua testa e il suo collo portandosi sul suo dorso. Il drago tenne salda la morsa addosso a Micople, dimenandosi selvaggiamente per disarcionare Thor, ma lui si tenne stretto cercando di rimanere in groppa.

Micople sbandò in avanti e con le sue zanne riuscì ad addentare la coda di un altro avversario, tirando con tutta la sua forza. Il drago strillò e precipitò verso l’oceano. Non aveva neanche finito con lui che Micople venne colpita da diversi altri draghi che le morsero le zampe.

Thor nel frattempo si teneva ancora stretto al drago e cercava di prenderne il controllo. Si sforzò di restare calmo e di ricordare che era tutta una questione di mente. Poteva percepire il potere pazzesco di quella bestia antica e primordiale irradiare dalle sue vene. Quando chiuse gli occhi smise di opporre resistenza e iniziò a sentirsi in sintonia con lui. Sentiva il suo cuore, il suo battito, la sua mente. Si sentì diventare tutt’uno con lui.

Thor aprì gli occhi e anche il drago fece lo stesso: i suoi avevano ora un colore differente. Thor vedeva il mondo attraverso gli occhi del drago: quella bestia ostile era diventata una sua estensione. Quello che vedeva il drago lo vedeva anche Thor. Thor gli dava degli ordini e lui lo ascoltava.

Il drago, comandato da Thor, rilasciò la presa su Micople. Poi ringhiò e sbandò di lato, affondando i denti contro i tre draghi che stavano attaccando Micople e facendoli a pezzi.

Gli altri draghi vennero presi alla sprovvista: chiaramente non si aspettavano che uno di loro li attaccasse. Prima che potessero riorganizzarsi Thor ne aveva già attaccati una decina, utilizzando quel drago per calarsi sui loro colli, prendendoli senza che se ne rendessero conto e ferendoli uno dopo l’altro. Poi si tuffò contro altri tre e ordinò al drago di mordere le loro ali, staccandogliele dal corpo e facendoli precipitare in mare.

Improvvisamente Thor venne attaccato di lato senza vedere il suo aggressore. Il drago aprì le fauci e affondò i suoi denti su Thor stesso.

Thor gridò mentre un dente lungo e affilato gli perforava la cassa toracica facendolo cadere dal suo drago e precipitare in aria. Thor si sentì cadere verso l’oceano, ferito, e si rese conto che stava per morire.

Con la coda dell’occhio scorse Micople che si tuffava verso di lui. Subito dopo si trovò ad atterrare sulla sua schiena: la sua vecchia amica l’aveva salvato. I due erano di nuovo insieme, entrambi feriti.

Thor, con il fiatone e tenendosi strette le costole, osservò i danni procurati: una decina di draghi ora giacevano morti o mutilati, galleggiando nell’oceano. Avevano fatto un bel lavoro solo in due, molto meglio di quanto avesse immaginato.

Ma Thor udì uno strillo tremendo e sollevando lo sguardo vide diverse decine di draghi che erano rimasti. Respirando affannosamente si rese conto che era stato un combattimento coraggioso, eppure le loro possibilità di vittoria apparivano misere. Ma non esitò: volò temerariamente verso l’alto, dritto contro i draghi che li sfidavano.

Micople strillò e sputò fiamme mentre loro facevano altrettanto contro Thor. Thor usò i suoi poteri di nuovo per creare un muro di ghiaccio davanti a sé, fermando momentaneamente le fiamme dei draghi. Si tenne stretto a Micople quando andò a sbattere contro il gruppo, mentre lei mordeva, artigliava e colpiva, combattendo per la sopravvivenza. Venne ferita ma questo non la rallentò e non la trattenne dal continuare a ferire i draghi che la circondavano. Thor, unendosi al combattimento, sollevò il bracciale e lo puntò contro un drago dopo l’altro. una luce bianca venne proiettata in avanti andando ad abbattere tutte le bestie, allontanandole da Micople mentre lei lottava.

Thor e Micople continuarono a combattere, entrambi ricoperti di ferite, sanguinanti ed esausti.

Eppure restavano decine di altri draghi.

Mentre Thor teneva il braccialetto in alto sentiva che il potere iniziava ad attenuarsi: sembrava che le forze iniziassero ad abbandonarlo. Era forte, lo sapeva, ma non ancora a sufficienza. Capì che non avrebbe potuto sostenere quel combattimento fino alla fine.

Thor sollevò lo sguardo e vide le grandi ali che andavano a sbattergli in faccia, seguite da lunghi artigli affilati che guardò conficcarsi nella gola di Micople senza poter fare nulla per evitarlo. Thor si tenne stretto mentre il drago afferrava Micople e la teneva saldamente affondando le zanne nella sua coda e facendola roteare per poi scagliarla via.

Thor si tenne stretto mentre lui e Micople roteavano in aria: Micople ruotò sottosopra ed entrambi precipitarono verso l’oceano perdendo il controllo.

Atterrarono in acqua, sempre con Thor saldamente afferrato a lei, e finirono sotto la superficie. Thor si dimenò sott’acqua fino a che il loro slancio si esaurì. Micople si voltò e nuotò verso la superficie, seguendo la luce del sole.

Quando riemersero Thor fece un respiro profondo, ansimando e nuotando nell’acqua gelida mentre ancora si teneva a Micople. I due galleggiarono in acqua e guardando di lato Thor vide qualcosa che non si sarebbe mai dimenticato: a galleggiare poco distante da lui, con gli occhi aperti, morto, c’era un drago cui aveva imparato a voler bene. Ralibar.

Micople lo scorse nello stesso istante e in quel momento qualcosa accadde in lei, qualcosa che Thor non aveva mai visto: levò un fortissimo gemito di dolore e sollevò le ali in aria, allungandole del tutto. Tutto il suo corpo tremò mentre emetteva quell’ululato terribile, scuotendo l’universo. Thor vide che i suoi occhi cambiavano diventando di un colore diverso fino a che iniziarono a brillare di giallo e bianco.

Micople si voltò, un drago diverso ora, e sollevò lo sguardo verso il gruppo di draghi che scendeva verso di loro. Thor capì che qualcosa in lei si era spezzato. Il suo lamento si era trasformato in rabbia e le aveva dato un potere diverso dal precedente. Era un drago posseduto.

Micople si lanciò in cielo, con le ferite sanguinanti ma senza curarsene. Thor sentì una nuova esplosione di energia proprio come lei, accompagnata da un forte desiderio di vendetta. Ralibar era stato un caro amico, aveva sacrificato la sua vita per tutti loro e Thor era determinato a fare giustizia.

Mentre correvano verso di loro Thor si lanciò dalla schiena di Micople e atterrò sul muso del drago più vicino aggrappandosi ad esso e serrandogli la mandibola in un abbraccio. Thor chiamò a raccolta tutto il potere che gli era rimasto e fece roteare il drago in aria per poi lanciarlo via con tutta la sua forza. Il drago volò via andando a sbattere e trascinando con sé altri due draghi. Tutti e tre precipitarono poi nell’oceano.

Micople ruotò e recuperò Thor mentre cadeva, facendolo atterrare sulla sua schiena mentre si avventava contro i draghi che erano rimasti. Rispose ai loro ruggiti con i suoi, mordendo più forte, volando più veloce e colpendo più a fondo di loro. Più la ferivano e meno lei sembrava curarsene. Era un’ondata di distruzione e così anche Thor. Quando ebbero finito Thor si rese conto che non restava neppure un drago in cielo ad affrontarli: erano tutti caduti dal cielo all’oceano, feriti gravemente o uccisi.

Thor si ritrovò a volare solo con Micople in aria, in cerchio sopra i draghi caduti di sotto. I due respiravano affannosamente e perdevano sangue. Thor sapeva che Micople stava esalando gli ultimi respiri, vedendo il sangue scenderle dalla bocca e sentendo che ogni respiro era mortalmente doloroso.

“No, amica mia,” le disse trattenendo le lacrime. “Non puoi morire.”

È giunta la mia ora, la udì rispondere. Almeno muoio con dignità.

“No.” insistette Thor. “Non devi morire!”

Micople continuava a respirare sangue e il battito delle sue ali si faceva più debole mentre iniziavano a scendere verso l’oceano.

Mi è rimasta un’ultima battaglia, disse Micople. E voglio che il mio momento finale sia un momento di valore.

Micople sollevò lo sguardo e Thor seguì il suo sguardo vedendo la flotta di Romolo che si stagliava all’orizzonte.

Annuì con serietà. Sapeva ciò che Micople voleva. Voleva accogliere la propria morte in un’ultima grandiosa battaglia.

Thor, gravemente ferito, con il fiatone, sentendo di non potercela fare, voleva comunque morire allo stesso modo. Si chiese quindi se le profezie di sua madre fossero vere. Gli aveva detto che lui stesso poteva cambiare il proprio destino. Si chiese se l’avesse fatto. Sarebbe morto ora?

“E allora andiamo, amica mia,” le disse.

Micople ruggì con forza e insieme si lanciarono verso il basso, mirando contro la flotta di Romolo.

Thor sentiva il vento e le nuvole tra i capelli e contro il volto. Lanciò anche lui un forte grido di battaglia. Micople ruggì per far sentire la propria rabbia e entrambi si lanciarono in basso. Micople aprì le fauci e lanciò una fiammata dopo l’altra contro le navi, una alla volta.

Presto un muro di fuoco si diffuse sul mare man mano che una nave dopo l’altra tutte venivano incendiate. Avevano davanti decine di migliaia di navi, ma Micople non si fermò, aprendo sempre più la bocca e lanciando un’ondata di fuoco dopo l’altra. Le fiamme si allungarono come fossero un’unica lunga parete e le grida degli uomini si levarono sempre più forti.

Le fiammate di Micople iniziarono ad indebolirsi e presto ogni soffio cominciò ad emanare ben poco fuoco. Thor sentiva che stava morendo sotto di lui. Volava sempre più in basso, troppo debole ormai per sputare fuoco. Ma non era ancora troppo debole per usare il suo corpo come arma. Quindi, invece di lanciare fiammate, si scagliò contro le navi colpendole con le sue dure scaglie, come un meteorite che cadeva dal cielo.

Thor si teneva stretto, aggrappato con tutta la sua forza mentre lei si tuffava contro le navi e spezzava gli scafi di legno. Distrusse una nave dopo l’altra, avanti e indietro, distruggendo la flotta. Thor si teneva stretto mentre pezzi di legno volavano dappertutto attorno a lui.

Alla fine Micople non poté più andare oltre. Si fermò al centro della flotta, galleggiando nell’acqua. Sebbene avesse distrutto moltissime navi, ancora in migliaia la circondavano. Thor galleggiava sulla sua schiena sentendola respirare debolmente.

Le navi rimaste si voltarono contro di loro. Presto il cielo divenne nero e Thor udì un suono sibilante. Sollevò lo sguardo e vide un arcobaleno di frecce proiettate verso di loro. Improvvisamente venne pervaso da un dolore orribile, colpito dalle frecce e senza un posto dove nascondersi. Anche Micople venne colpita ed entrambi iniziarono ad affondare sotto le onde: due grandiosi eroi che avevano combattuto la battaglia della loro vita. Avevano distrutto i draghi e buona parte della flotta dell’Impero. Avevano fatto ben più di quanto un normale esercito sarebbe riuscito a fare.

Ma ora non era rimasto nulla, potevano morire. Mentre Thor veniva colpito da una freccia dopo l’altra, affondando sempre più un basso, capì che non c’era null’altro da fare se non prepararsi a morire.

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