1. Переведите на русский язык:
Muovere, un nemico, rispondere, fare, colpire, cominciare, cadere, una mano, chiamare, tremare, un occhio, brillare, utile, calmarsi, una fascia, un fianco, un prigioniero, una torcia, accendere, resistere, lungo, magro.
2. Ответьте на вопросы:
1. Chi ha chiamato i corsari "diavoli"?
2. Quale decisione ha preso il capitano rispetto al prigioniero spagnolo?
3. Come è descritto l'aspetto fisico dello spagnolo?
4. Qual è il significato delle parole del capitano che "un gentiluomo mantiene sempre la parola"?
5. Come ha reagito Carmaux quando ha visto il prigioniero per la prima volta?
3. Подберите антонимы:
bello —
triste —
felice —
giovane —
grande —
forte —
veloce —
caldo —
intelligente —
buono —
4. Вставьте пропущенные слова:
1. Maracaibo non aveva più di diecimila abitanti, ma era una delle città più importanti della Spagna sulle coste del Golfo del ____________________.
2. Le prime persone che erano arrivate a Maracaibo hanno costruito belle ____________________.
3. La piazza era molto triste e ____________________.
4. Io sono un uomo che rispetta i ____________________, ma che sa bucare la pancia anche ai ____________________.
Quando il Corsaro e i suoi amici sono arrivati nella piazza di Granada, era molto buio. Non si poteva vedere una persona a venti passi di distanza. C'era un grande silenzio. Si sentiva solo il verso di qualche uccello vicino alle forche. Non si sentiva neanche il suono dei passi della sentinella davanti al palazzo del Governatore. Il Corsaro, Carmaux, e il negro camminavano lentamente, tenendosi presso i muri delle case o dietro ai tronchi delle palme. Ogni tanto, quando sentivano un rumore, si fermavano e aspettavano il silenzio. Erano già vicini alle forche, quando il Corsaro ha indicato una persona che si muoveva vicino al palazzo del Governatore.
– Per mille diavoli! – ha detto Carmaux. – Ecco la sentinella! Quell'uomo ci rovinerà i piani.
– Ma Moko è forte, – ha detto il negro. – Io andrò a rapire quel soldato.
– E ti farai bucare il ventre, compare.
Il negro ha sorriso e ha detto:
– Moko è bravo e sa muoversi come un serpente.
– Vai, – gli ha detto il Corsaro. – Prima di prenderti con me, voglio avere una prova della tua audacia.
– L'avrete, padrone. Io prenderò quell'uomo come prendevo i coccodrilli della laguna.
Moko ha preso una corda sottile e si è allontanato in silenzio, senza fare rumore. Il Corsaro, nascosto dietro il tronco d'una palma, lo guardava attentamente. Ammirava la bravura del negro che, quasi senza armi, andava contro un soldato armato.
– Ha del fegato[21] il compare, – ha detto Carmaux.
Il soldato si stava muovendo verso il portone. Aveva un'alabarda e una spada. Quando il soldato gli volgeva le spalle, Moko si avvicinava più veloce, tenendo in mano il lazo. Arrivato a dodici passi, ha lanciato la corda. Si è sentito un piccolo rumore, poi un grido soffocato e il soldato è caduto a terra. Moko, con un balzo da leone, è saltato addosso al soldato.
– Eccolo, – ha detto, gettandolo ai piedi del capitano.
– Sei coraggioso, – ha risposto il Corsaro. – Legalo a questo albero e seguimi.
In mezzo alla piazza, il capitano si è fermato davanti a un giustiziato che indossava un costume rosso e teneva tra le labbra un pezzo di sigaro. Vedendolo, il Corsaro ha mandato un vero grido di orrore.
– I maledetti!.. – ha esclamato. – Mancava[22] a loro l'ultimo disprezzo!
– Signore, – ha detto Carmaux con voce triste, – siate forte!
Il Corsaro ha indicato l'appiccato con la mano.
– Subito, mio capitano, – ha risposto Carmaux.
Il negro si è arrmapicato sulla forca con un coltello in bocca. Ha tagliato la corda con un solo colpo e poi ha abbassato lentamente il cadavere. Carmaux l'ha preso delicatamente tra le braccia e l'ha avvolto nel mantello nero che il capitano gli porgeva.
– Andiamo, – ha detto il Corsaro con un sospiro. – La nostra missione è finita e l'oceano aspetta la salma di questo coraggioso.
Il negro ha preso il cadavere, l'ha sistemato tra le braccia e l'ha coperto bene con il mantello.
– Addio, valorosi disgraziati; addio compagni del Corsaro Rosso! La filibusteria vendicherà presto la vostra morte.
Poi, guardando il palazzo del Governatore, ha aggiunto con voce cupa:
– Tra me e te, Wan Guld, sta la morte!..
Si sono messi in cammino per uscire da Maracaibo e arrivare al mare per tornare a bordo della nave corsara. Avevano già percorso tre o quattro viuzze deserte, quando Carmaux, che camminava davanti, ha creduto di vedere delle ombre umane seminascoste[23] sotto l'oscura arcata d'una porta.
– Adagio, – ha mormorato, voltandosi verso i compagni. – Se non sono diventato cieco, ci sono delle persone che ci aspettano.
– Dove? – ha chiesto il Corsaro.
– Là sotto.
– Forse sono ancora gli uomini della posada?
– Mille pesci… cani!.. Saranno i cinque baschi con i loro coltelli?
– Cinque non sono troppi per noi, e faremo pagare caro l'agguato, – ha detto il Corsaro sguainando la spada.
– La mia sciabola è pronta per i loro coltelli!.. – ha detto Carmaux.
Tre uomini avvolti in grandi mantelli si erano staccati dall'angolo di un portone, andando sul marciapiede di destra. Altri due uomini, che erano nascosti dietro un carro, bloccavano il marciapiede di sinistra.
– Sono i cinque baschi, – ha detto Carmaux. – Vedo i loro coltelli luccicare.
– Tu occupati dei due a sinistra, io dei tre a destra, – ha detto il Corsaro, – e tu, Moko, vai via con il cadavere. Ci aspetterai vicino alla foresta.
– Ah!.. Ah!.. – ha detto uno dei baschi. – Sembra che non ci siamo sbagliati.
– Largo!.. – ha gridato il Corsaro, mettendosi davanti ai compagni.
– Adagio, caballero, – ha detto il basco, avvicinandosi.
– Cosa vuoi?
– Sapere chi siete, caballero.
– Sono un uomo che uccide chi gli dà fastidio[24], – ha risposto il Corsaro, avanzando con la spada in mano.
– Allora vi dirò, caballero, che noi non abbiamo paura, e non ci faremo uccidere come quel povero diavolo che avete inchiodato al muro. Il vostro nome e i vostri titoli o non uscirete da Maracaibo. Siamo ai servizi del signor Governatore e dobbiamo controllare chi passeggia per le strade a quest'ora.
– Se volete saperlo, venite a chiedere il mio nome, – ha detto il Corsaro mettendosi in guardia. – A te i due di destra, Carmaux.
Il filibustiere ha sguainato la sciabola e muoveva risolutamente verso i due avversari che bloccavano il cammino sul marciapiede opposto. I cinque baschi non si muovevano, aspettando l'attacco dei due filibustieri. Stanno fermi sulle gambe che tenevano un po' aperte per essere più pronti a tutte le evoluzioni, la mano sinistra sulla cintura e la mano destra sul manico del coltello, pronti a combattere. Il Corsaro, impaziente, ha attaccato i tre avversari davanti a lui, mentre Carmaux attaccava gli altri due sciabolando come un pazzo. I cinque baschi si difendevano agilmente, parando i colpi con i loro coltelli e i mantelli.
Ad un tratto[25] il Corsaro ha visto uno degli avversari perdere l'equilibrio e mostrare il petto. Rapidamente l'ha colpito, e l'uomo è caduto senza mandare un gemito.
– E uno, – ha detto il Corsaro agli altri. – Presto avrò la vostra pelle!
I due baschi non erano spaventati. Sono stati fermi davanti a lui, senza muoversi. Improvvisamente, uno dei baschi si è lanciato verso il Corsaro, ma lui si è spostato di lato. La lama del Corsaro si è imbarazzato nel serapé[26] del basco. Il Corsaro ha cercato di difendersi dall'altro basco, ma la sua spada si è rotta a metà. Ha gridato:
– A me, Carmaux!
Carmaux ha combattuto con i suoi due avversari e presto era vicino al Corsaro.
– Siamo nei guai! – ha gridato Carmaux. – Dobbiamo liberarci di questi cani arrabbiati.
– Teniamo la vita di due di quei bricconi, – ha risposto il Corsaro, preparando la pistola.
Stava per sparare quando ha visto un'ombra gigante attaccare i baschi. L'uomo teneva in mano un grosso bastone.
– Moko! – hanno esclamato il Corsaro e Carmaux.
Moko ha colpito i baschi con tale forza che tutti sono caduti a terra.
– Grazie, compare! – ha gridato Carmaux. – Che forza!
– Fuggiamo, – ha detto il Corsaro. – Non abbiamo più nulla da fare qui.
Alcuni abitanti, svegliati dalle grida dei feriti, cominciavano ad aprire le finestre per vedere di che cosa si trattava.
– Dove hai lasciato il cadavere? – ha chiesto il Corsaro a Moko.
– Fuori della città, – ha risposto Moko.
– Grazie per il tuo aiuto.
– Capitano, – ha detto l'africano. – Vedo otto uomini armati di alabarde e di moschettoni avanzarsi verso di noi.
– Amici, – ha detto il Corsaro, – qui si tratta di vendere cara la vita.
– Comandate che cosa si deve fare e noi siamo pronti, – hanno risposto il filibustiere ed il negro, con voce decisa.
– Moko!
– Sì, padrone!
– Porta il corpo di mio fratello sulla nostra barca. Puoi farlo? Troverai la barca sulla spiaggia e sarai al sicuro con Wan Stiller.
– Sì, padrone.
Il negro è andato subito. La strada era bloccata, così è andato in una via laterale mettendo capo ad una muraglia che serviva di riparo ad un giardino.
Il Corsaro, vedendo Moko partire, ha detto al filibustiere:
– Prepariamoci ad attaccare la pattuglia davanti a noi. Se riusciamo a passare, potremo raggiungere la campagna e poi la foresta.
Erano all'angolo della via. La seconda pattuglia non era lontana, mentre la prima non si vedeva.
– Prepariamoci, – ha detto il Corsaro.
– Sono pronto, – ha detto il filibustiere, nascosto dietro l'angolo della casa.
Gli otto soldati camminavano piano. Uno di loro, forse il comandante, ha detto:
– Adagio, ragazzi! Quei bricconi non sono lontani.
– Siamo in otto, signor Elvaez, – ha detto un soldato. – Il taverniere ha detto che i filibustieri erano solo tre.
– Ah! Quel furfante! – ha mormorato Carmaux. – Ci ha traditi! Se lo trovò, lo uccido!
Il Corsaro Nero ha alzato la sciabola, pronto ad attaccare.
– Avanti!.. – ha urlato.
I due filibustieri hanno attaccato con forza la pattuglia, colpendo a destra e a sinistra. I soldati, sorpresi da quell'improvviso attacco, non hanno potuto resistere e si sono gettati chi da una parte e chi dall'altra, per sottrarsi a quella gragnuola di colpi. Quando si sono ripresi, il Corsaro e il suo compagno erano già lontani. Capendo che erano solo due uomini, i soldati li hanno seguiti urlando:
– Fermateli! I filibustieri! I filibustieri!..
‹…›
– Capitano! – ha gridato Carmaux, che si trovava dinanzi. – Siamo in trappola.
– Cosa vuoi dire? – ha chiesto il Corsaro.
– La via è chiusa.
– Torniamo indietro, Carmaux. Gli inseguitori sono ancora lontani. Possiamo trovare un'altra via.
Stava per correre di nuovo, quando ha detto:
– No, Carmaux! Ho una nuova idea. Credo che possiamo far perdere le nostre tracce con un po' d'astuzia.
È andato verso la casa alla fine della viuzza. Era una piccola abitazione a due piani, parte in muratura e parte in legno, con una piccola terrazza con fiori.
– Carmaux, – ha detto il Corsaro. – Apri questa porta.
– Ci nascondiamo qui?
– Mi sembra il miglior modo di far perdere le nostre tracce ai soldati.
– Benissimo, capitano.
Carmaux ha aperto la porta con una lunga navaja. I due filibustieri sono entrati velocemente e hanno chiuso la porta, mentre i soldati urlavano:
– Fermateli! Fermateli!
Nell'oscurità, hanno trovato una scala e sono saliti, fermandosi sopra.
– Bisogna vedere dove siamo, – ha detto Carmaux. Ha estratto un acciarino ed un pezzo di miccia da cannone e l'ha accesa, soffiandovi sopra per ravvivare la fiamma.
– Guarda! Una porta aperta, – ha detto.
– E qualcuno che russa, – ha aggiunto il Corsaro.
– Buon segno!.. Colui che dorme è una persona pacifica.
Il Corsaro ha aperto la porta e è entrato in una stanza modesta. C'era un letto occupato da una persona. Ha acceso una candela e si è avvicinato al letto, sollevando la coperta. Un uomo dormiva. Era un vecchietto già calvo, rugoso, dalla pelle incartapecorita[27] e color del mattone, con una barbetta da capra e due baffi arruffati.
– Non ci darà problemi, – ha detto il Corsaro.
L'ha scosso per svegliarlo, ma senza successo.
– Bisogna sparargli un colpo vicino all'orecchio, – ha detto Carmaux.
Alla terza scossa, il vecchio ha aperto gli occhi. Vedendo quei due uomini armati, si è alzato rapidamente, sgranando gli occhi spaventati e ha detto con voce tremante:
– Sono morto!
– Ehi, amico! È presto per morire, – ha detto Carmaux. – Mi sembra che sei più vivo di prima.
– Chi siete? – ha chiesto il Corsaro.
– Sono un povero uomo che non ha mai fatto del male a nessuno, – ha risposto il vecchio, tremando.
– Noi non vogliamo farvi del male, se risponderete alle nostre domande.
– Vostra eccellenza non è dunque un ladro?..
– Sono un filibustiere della Tortue.
– Un fili… bu… stiere!.. Allora… sono… morto!..
– Vi ho detto che non vi faremo del male.
– Cosa volete da me?
– Prima di tutto, vogliamo sapere se siete solo in questa casa.
– Sono solo, signore.
– Cosa fate a Maracaibo? – ha detto il Corsaro, in tono serio.
– Sono un notaio, signore.
– Va bene: noi prendiamo alloggio nella tua casa, finché giungerà l'occasione di andarcene. Noi non ti faremo male alcuno; bada però che se ci tradisci, la tua testa lascerà il tuo collo.
‹…›
Il Corsaro si è seduto sorseggiando un bicchiere di vino, poi si è alzato e è andato verso una finestra che dava sulla strada[28]. È restato a osservare per un po', poi Carmaux l'ha visto entrare rapidamente nella stanza, dicendo:
– È sicuro il negro?
– È un uomo fidato, comandante.
– Non ci tradirà?
– Metterei una mano sul fuoco per lui.
– Lui è qui…
– L'avete visto?
– Ronza nella viuzza.
– Bisogna farlo entrare, comandante.
– E del cadavere di mio fratello, che cosa ne avrà fatto? – ha chiesto il Corsaro, aggrottando la fronte.
– Quando sarà qui, lo sapremo.
– Va a chiamarlo, ma fai attenzione. Se ti vedono, siamo in pericolo.
– Lasciate pensare a me, signore, – ha detto Carmaux, con un sorriso. – Ho solo bisogno di dieci minuti per diventare il notaio di Maracaibo.
О проекте
О подписке