“O tu che vieni al doloroso ospizio[82]”,
disse Minòs a me quando mi vide,
lasciando l’atto di cotanto offizio[83],
“guarda com’ entri e di cui tu ti fide;
non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!”.
E ‘l duca mio a lui: “Perché pur gride?
Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare”.
Or incomincian le dolenti note[84]